Considerazioni in seguito alla notizia della compravendita del buono da 500€ a disposizione dei diciottenni, da spendere in cultura.
Una volta tanto fate una scommessa che non sia quella che si fa da minorenni in una sala giochi occultando l'età grazie a gestori compiacenti, né quella che facevate sui vostri smartphone, che rendono tale compiacenza a volte una vera presa in giro grazie all'ipocrita legalizzazione virtuale/formale di richiesta del consenso "da maggiorenne".
Fate una scommessa diversa, se ne avete il coraggio. Dimostrate una volta almeno, che sapete veramente scommettere, perché è chiaro che non è nemmeno una cosa semplice.
Quella che chiedo, è una scommessa sul vostro cervello. Quello ce l'avete, è un dono che non basta obnubilare, è sempre pronto a risvegliarsi al momento giusto e con le sollecitazioni giuste.
Ecco la scommessa. Mi rivolgo a quei ragazzi descritti nelle cronache di questi giorni (in particolare, da questo articolo de La Repubblica), neo-diciottenni, quindi in una età che dovrebbe aprire le porte alla maturità, con l'individuazione del soggetto da parte del codice penale, il diritto di voto ed altre cose serie e forse incomprensibili: in questi giorni in cui deve spendersi il cosiddetto bonus-cultura, vi state vendendo il bonus al miglior offerente, con la motivazione che "tanto, noi non leggiamo".
Non si esita un solo istante, a crederci.
E non solo perché così, cari neodiciottenni cosiddetti responsabili, avete trovato il modo (secondo voi furbo) di guadagnare all'incirca 250€, con quel sistema del "famo a metà" che è la base della mafia del marciapiede che avete imparato.
No. Molto più semplicemente, voi non leggete perché non sapete leggere.
Certo, non sapete nemmeno scrivere, ma questo sarebbe veramente pretendere troppo. Dico proprio nemmeno leggere. E figuriamoci poi, capire cosa leggete. Mi rendo conto.
E facciamo anche finta che sia sempre e tutta colpa della solita ed indistinta "società", tanto che importa, stiamo parlando solo di un episodio, non delle eredità sociologiche o antropologiche. Basta ed avanza, un annuncio episodico come quello che si legge sulle cronache di questi giorni: come per Pinocchio, l'abecedario in cambio di un ingresso nel mondo di Mangiafuoco, come se fosse sempre necessaria la fata turchina, per tirar fuori qualcosa di buono.
Ed allora, ecco quello che vi chiedo. Dimostrate a chi vi considera una generazione di accidiosi quasi senza speranza, che invece qualche scintilla, ereditata da un padre e da una madre che continuano a vedervi con gli occhi di chi spera che il loro investimento di vita porti ai risultati sperati, sia davvero quella giusta: prendete questi benedetti/maledetti 500€ e spendeteli davvero, per una volta, in quella cosa che proprio non capite a cosa serve, che si chiama cultura: se volete un suggerimento del tutto personale e non richiesto, anzitutto per il teatro, la musica ed i libri, ma fidatevi, vanno bene anche quelle altre cose elencate nelle FAQ del bonus, quella lista che non avrete forse nemmeno letto, leggetela e fate questa scommessa.
Se ne avete il coraggio, perché ce ne vuole, e di quello vero che vi spinge ad uscire dalla facile massificazione, perché vivete in un sistema che sta oscurando la personale capacità di intendere e di volere, dopo questi ultimi decenni passati a delegare la fruizione del cervello a sistemi di riferimento terzi ed interessati (volete capire cosa sto dicendo? Semplice, si torna al punto precedente allora: leggete, andate a teatro e sviluppate un senso critico vostro, così quando vorrete mandarmi a quel paese riuscirete perfino a darne una motivazione! Non aspetto altro).
Fate questa scommessa, per una volta, anziché incedere lentamente verso il pascolo che qualcuno ha deciso debba essere l'unica fonte di alimentazione quotidiana per quel gregge nel quale siete stati inseriti. Prendete quei soldi, ed andate a teatro. Ascoltate la musica. Guardate i film. Suonate. Leggete.
Forse qualcuno poi capirà perfino la realtà più incredibile e smart di tutto questo: che la vera rivoluzione oggi è questa. La rivoluzione è quella di capire. Di avere un pensiero proprio. Di guardare le cose e sapere cosa significano, senza che qualcuno ce ne faccia un riassunto banale o un post insulso e mediocre al quale tutti credono.
La vera rivoluzione è quella cosa che ha il nome brutto, "la cultura". Fossi in voi, per 250€ la scommessa la farei. Ad occhi chiusi. Immediatamente. Già, ma oltre a capire di che stiamo parlando, poi ci vuole anche quel coraggio famoso...